martedì 8 febbraio 2011

Il fiore delle Mille e una notte, recensione di Mauro Conciatori

Terzo ed ultimo film della "Trilogia della vita" di Pasolini questo Il fiore della Mille e una notte è un'opera trasognante, ricca di sensualità, di amore per la vita, dove ricchi e poveri sono allo stesso livello, e dove si cerca il trionfo dell'amore. Un amore puro, vero, scevro da ogni convenzione e da ogni falsa morale. Un amore messo in pericolo però da piccoli eventi, da piccole sfumature che possono rovinare la "purezza" stessa dell'amore... 
Come enuncia lo stesso Pasolini in apertura con la frase tratta da "Mille e una notte" ("La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni..."), Il fiore delle Mille e una notte è una lunga epopea dell'amore e del sogno. Un interscambio continuo tra cognizione reale e irreale. Un amore sognato ma reale, ma anche un sogno poco reale in quanto tale. Quindi dov'è il confine tra realtà e irreale?... 
Pasolini snocciola le varie storie che compongono il libro che lo ha ispirato in tanti frammenti di vita che sono al confine di questa labile ed instabile linea retta che divide la realtà dal sogno. Quindi come si diceva all'inizio, un film trasognante che trasuda passione, vita, ma anche dura realtà di ciò che si frappone tra felicità ed infelicità. Storie che sono lunghe poesie (e parabole) che hanno il dolce sapore del sesso, dell'amore, della femminilità che si sprigiona "violenta ed arcana" da queste donne (e uomini) che popolano la Terra. Donne come tante, solo donne ma che hanno il potere di incantare e di sedurre e di conquistare gli "sciocchi" uomini che non sanno, al contrario, resistere alle cose materiali, a differenza dei sogni e della bellezza d'animo delle donne. Una ricerca di una verità assoluta che cerca di mostrare l'amore nella sua assoluta bellezza. Un amore che tutti negano ma cercano in maniera folle, quasi dissennata e quando lo trovano corrono il rischio di perderlo.
Un percorso, questo di Pasolini, che pone l'accento tra cultura orientale e occidentale, due differenti modi di interpretare la vita e tutto ciò che ne consegue. Pasolini vede con i suoi occhi di fine dicitore e coglie gli aspetti più intimi e più nascosti della vita. Un visione onirica ma semplice, senza molti fronzoli, come la recitazione che chiede ai suoi attori. Mette in scena una storia netta, povera, ma ricca di sfumature colte e intellettuali che nutrono la conoscenza di sapere dello spettatore. Una conoscenza dalla quale tutti dovremmo attingere per saperne di più sulla vita, sull'ordine delle cose, su ciò che è giusto e sbagliato. Una grande lezione dell'animo e dello spirito umano da cogliere con attenzione e con vigore, così come la racconta il genio di Pasolini...

Third and last film of the "Trilogy of Life" that Pasolini's The Flower of the Arabian Nights is a work dreamy, full of sensuality, love of life, where rich and poor are equal, and where you look for Triumph of Love. A pure love, true, free of any agreement and any false morality. But a love endangered by small events, from small nuances that can ruin the "purity" of love ...
As Pasolini himself states in the opening sentence from "A Thousand and One Nights" ("The truth does not lie only in a dream, but in many dreams ..."), The flower of the Thousand and One Nights is a long epic love and dream. A continuous exchange between real and unreal cognition. A dream but real love, but also a very real dream as such. So where is the boundary between real and unreal? ...
Pasolini rattles off the various stories that make up the book that inspired him in many fragments of life that are on the edge of this transient and unstable straight line that separates reality from dreams. So as I said earlier, a dreamy film that exudes passion, life, but also the harsh reality of what stands between happiness and unhappiness. Stories that are long poems (or reflectors) which have the sweet flavor of sex, love and femininity that is emitted "arcana and violent" by these women (and men) who populate the Earth. Like many women, but only women who have the power to enchant and seduce and conquer the "silly" people who do not know, on the contrary, resistance to material things, unlike the dreams of beauty and mood of women. A search of an absolute truth that aims to show love in its absolute beauty. A love that all but denied trying so crazy, almost insane and when they are at risk of losing it.
A path, it Pasolini, with its emphasis between eastern and western culture, two different ways of interpreting life and everything that follows. Pasolini sees with his eyes at the end of reciter and presents the most intimate and hidden aspects of life. A dream vision, but simple, without frills, like the acting that asks its actors. He stages a clear history, poor but rich in nuances and educated intellectuals who feed the knowledge to know the audience. Knowledge from which we should all get to know more about life on the order of things, about what is right and wrong. A major lesson of the soul and the human spirit to pick carefully and with vigor, as well as the genius of Pasolini recounts ...

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